Catastrofi e altri disastri (2022)

La giornata di studio del 2022 verteva sul tema Catastrofi e altri disastri: fra letteratura e geografia.

I ricercatori del CRC e i loro ospiti si sono confrontati su opere e autori che spaziavano da Joan Didion a Dorothy Macardle.

Di seguito il programma, i resoconti della Redazione Web, il video-trailer e le foto della giornata e tanto altro

Naufragio - catastrofe

Programma del mattino

Ore 10.00-12.30
PRESIEDE WILLIAM SPAGGIARI

Davide Papotti
Catastrofi in pianura: le alluvioni del fiume Po nelle fonti letterarie novecentesche

Davide Papotti, Professore ordinario di Geografia presso l’Università degli Studi di Parma, qui esplora il paesaggio solo apparentemente innocuo del fiume Po. Nella letteratura di diversa estrazione sociale ritroviamo il rapporto travagliato con il fiume che è da una parte ostacolo e dall’altra via di comunicazione. Le geografie letterarie permettono una “diagnostica” del rapporto uomo-natura e conservano un archivio della geografia della percezione, divisa tra necessità di adattamento e istinto di combattere il rischio. L’irruenza del fenomeno dell’alluvione porta nella letteratura un’antropomorfizzazione delle acque, come l’immagine che ci rende Giovannino Guareschi in Noi del Boscaccio: “il fiume aveva esaurito la sua mattana”. (a cura di Beatrice Villa)

Nicoletta Brazzelli
Spettri: John Franklin, Robert Falcon Scott e le tragedie polari

Nicoletta Brazzelli, Professoressa associata di Letteratura inglese presso l’Università degli Studi di Milano, ha proposto una riflessione riguardante il tema del viaggio e l’esplorazione polare nella letteratura britannica. Focalizzandosi sulla dimensione catastrofica di quest’ultima, si presentano le tragiche vicende di due figure iconiche: Sir John Franklin (1786-1847) e Robert Falcon Scott (1868-1912). Sofferenza e morte, sacrificio e purificazione pongono l’accento sull’aspetto più inquietante, gotico e sublime che contraddistingue la letteratura di spedizione, sottolineandone al contempo le dimensioni eroiche e nazionali che scaturiscono da tali esperienze odeporiche. (a cura di Costanza Corbisiero)

Cinzia Scarpino
Joan Didion e la geografia californiana del disastro

Cinzia Scarpino, Ricercatrice RTDb di Cultura angloamericana presso l’Università degli Studi di Milano, presenta Joan Didion e la sua California degli anni ‘60 e ‘70, impregnata da un clima di follia a causa dei wildfires, della siccità e dei “tempi di terremoto”. La violenza nella città è sintomo delle condizioni meteo estreme, che portano alle “stagioni di suicidi e di divorzi”. L’acqua diventa quindi per Didion un’ossessione: acqua che manca, acqua che ingorga e acqua che viene domata grazie all’impegno ingegneristico, come con la diga di Hoover che l’autrice venera in At the Dam. L’acqua diventa, a tutti gli effetti, una vera e propria holy water. (a cura di Mariana Lucia Castiglione)

Anna Maria Salvadè
Dopo la catastrofe: Pietroburgo 1824

Anna Maria Salvadè, Ricercatrice RTDb di Letteratura italiana presso l’Università di Verona, fornisce una prospettiva letteraria italiana sull’alluvione che colpì San Pietroburgo il 7 novembre 1824. Le notizie sulla disastrosa esondazione ispirarono alcuni intellettuali italiani, che si cimentarono in resoconti dell’evento con toni diversi. Salvadè propone un’analisi di alcune opere, passando dalla prosa pseudo-giornalistica di Pasquinoli, che riprende le immagini di Baretti del terremoto di Lisbona del 1755, ai versi intrisi di richiami religiosi composti da Mezzanotte, fino alla ricostruzione scientifica delle cause dell’esondazione proposta da Tadini. (a cura di Marco Ferraro)

Guglielmo Scaramellini
La ‘rovina di Piuro del 1618’. Un’antica ‘catastrofe mediatica’

Guglielmo Scaramellini, già Professore ordinario di Geografia presso l’Università degli Studi di Milano, ripercorre l’interesse mediatico per la rovina di Piuro del 1618, una frana, che in seguito a lunghe piogge, sommerse completamente il borgo causando oltre novecento vittime. Nel corso del suo intervento, Scaramellini fornisce una ricostruzione delle pubblicazioni sul disastro e ne illustra le fonti, presentando i resoconti dei pochi superstiti e dei testimoni oculari, citando relazioni ufficiali, annali storici, comunicazioni private, opere letterarie e scientifiche e analizzando infine le peculiari illustrazioni del periodo. (a cura di Marco Ferraro)

E in più: presentazione del volume Vulcani. Tra geografia e letteratura, raccolta di saggi di cui potete visualizzare l’indice qui.


Programma del pomeriggio

Ore 14.30-16.30
PRESIEDE GUGLIELMO SCARAMELLINI

Giulia Lami
Spazio di guerra: il caso dell’Ucraina

Giulia Lami, Professoressa ordinaria presso l’Università degli Studi di Milano di diversi corsi sulla storia dei paesi slavi, ha proposto una riflessione sulla condizione attuale dell’Ucraina. L’enfasi è stata posta sulla distruzione che la guerra sta portando nella nazione e sulle sue terribili conseguenze, come, per esempio, l’altissimo numero di profughi. Di fronte a queste catastrofi è facile rimanere sgomenti e interrogarsi sul futuro di una nazione che sta subendo una tale distruzione. L’intervento si è chiuso però su una nota speranzosa, in quanto la professoressa ha ricordato un’esperienza personale in cui ha conosciuto su un pullman a Milano una donna ucraina che teneva stretta in mano una poesia di Ševčenko, considerato il poeta del popolo ucraino, ricordandoci che la cultura non si distrugge forse così facilmente come la realtà materiale. (a cura di Laura Gavazzeni)

Emilia Perassi
Le terre che tremano (Guatemala, Salvador, Nicaragua, Honduras, Costarica, Panamà) di Mario Appelius

Emilia Perassi, Professoressa ordinaria di Letterature ispano-americane presso l’Università degli Studi di Milano, presenta il lavoro del giornalista Mario Appelius, “Le terre che tremano (Guatemala, Salvador, Nicaragua, Honduras, Costarica, Panamà)”. Negli anni ’30, Appelius viene incaricato di descrivere il paesaggio di quei paesi latino-americani su cui il regime fascista ha posato gli occhi come possibili territori da includere nel sistema coloniale. Dalle sue descrizioni e, da quelle di altri inviati, emerge il concetto di “Panlatinismo”, visione unitaria dei popoli di lingua romanza, rafforzato anche dalla forte ondata anti-americanista che a quell’epoca ha un grande seguito. La descrizione spaziale di ogni paese viene associata alla situazione politica vigente. Si crea così una mappa che definisce “a maggior violenza geografica” i territori con un’ ideologia politica divergente da quella fascista, come Nicaragua e Honduras, mentre “a basso rischio” quei territori, come Salvador e Costarica, vicini ai principi del regime. (a cura di Lucrezia Notarstefano)

Elena Ogliari
‘There is a story I have to tell’: le voci della Fame irlandese nei racconti di Dorothy Macardle

Elena Ogliari, Assegnista di ricerca presso l’Università del Piemonte Orientale, parla della scrittrice irlandese Dorothy Macardle che, secondo lei, “merita di essere riscoperta” per i suoi racconti attivisti durante la guerra civile irlandese. Essendo a favore dei repubblicani, viene arrestata e in prigione inizia a comporre storie sulla guerra civile, in cui realismo e sovrannaturale si alternano. Come altri scrittori irlandesi, descrive storia e cultura del suo paese attraverso l’uso del gotico, con paesaggi spettrali e fantasmi di soldati annegati, essendo questo un genere che esprime l’orrore, la brutalità e la tristezza, anche in modo ironico. La vita in prigione è stata un’esperienza contrassegnata da violenze e torture risultate in scioperi della fame. (a cura di Mariana Lucia Castiglione e Lucrezia Notarstefano)

Federico Prina
La tragedia del Titanic in A Night to Remember di Walter Lord e in Every Man for Himself di Beryl Bainbridge

Federico Prina, Dottorando presso l’Università degli Studi di Milano, ripercorre la tragica vicenda del Titanic attraverso la sua forte risonanza mediatica e il suo lascito nell’immaginario letterario. Prina illustra il ruolo fondamentale che l’affondamento del Titanic ha avuto definire la fine dell’epoca positivista che si manifesta attraverso il crollo della fiducia cieca nel progresso e l’inabissamento di una società divisa in classi. Nelle opere di Bainbridge e di Walter Lord prese in analisi ritroviamo descrizioni dettagliate di questo prodigio dell’ingegneristica destinato a segnare il crollo della vecchia Europa e l’apertura della modernità. (a cura di Beatrice Villa e Laura Gavazzeni)

ore 16.30-18.00
TAVOLA ROTONDA con la partecipazione di Ilaria Manenti, Michele Lopez, Federica Zanella, Marta Zonca

Coordinano ELENA OGLIARI e SIMONE FERRARI

Con il supporto multimediale a cura degli studenti del Workshop Geolitterae


Dove e quando

29 aprile 2022

Sala Malliani (Festa del Perdono)
Microsoft Teams – codice equcpue


Conference trailer e foto dell’evento!

Per visualizzare il video trailer della conferenza, cliccate qui!


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