Convegno interdisciplinare Il viaggio

Libri per viaggiare con la mente
Storie per viaggiare (anche) con la mente

Il convegno del 2023, dal titolo Il viaggio: percorsi tra letteratura, filosofia e geografia, era interdisciplinare e co-organizzato dal Centro di Ricerca L’Immaginario spaziale fra letteratura e geografia con il Seminario Europeo di Estetica.

I ricercatori del nostro Centro e i loro ospiti si sono confrontati su opere e autori che spaziano da Giacomo Leopardi a François Blais per considerare il viaggio nelle sue varie declinazioni. Di seguito il programma, i resoconti dei CommentAutori e tanto altro.

Programma del 27 aprile

Ore 14.00 Saluti istituzionali

Ore 14.15 Introduzione a cura di Nicoletta Brazzelli

Ore 14.30-16.30

Sessione 1. Rotte intertestuali e virtuali

Presiede Nicoletta Brazzelli

Davide Papotti
Divagazioni sul viaggio contemporaneo: un approccio geo-letterario alla raccolta di racconti Senza fermarsi. Parole dal viaggio a cura di Fabio Pierangeli

Davide Papotti, Professore Ordinario presso l’Università di Parma Facoltà Discipline Umanistiche Sociali e delle Imprese Culturali, nel suo intervento presenta delle possibili riflessioni sulla letteratura di viaggio, proponendo un approccio geo-letterario. La tematica principale delle sua riflessione consiste nel mostrare i cambiamenti avvenuti nella letteratura di viaggio, che rispecchiano la società contemporanea. Papotti definisce la mobilità come una delle caratteristiche principali della società contemporanea, per questo come spunto di riflessione si avvale dell’antologia intitolata Senza fermarsi, parole di viaggio. Ulteriori temi emersi, appartenenti a questo genere letterario sono i seguenti:

  • una crescente importanza per i non-luoghi, in particolare la stanza di albergo e gli aeroporti, la cui frequenza porta alla formazione di una ritualità che spinge a iterare l’esperienza.
  • una maggiore contrazione dei tempi di viaggio, che porta il viaggiatore a sviluppare ansia da prestazione, motivo per cui organizza il suo itinerario nei punti essenziali.

Infine, Papotti presenta il tema della solitudine intrecciato al tema dell’alienazione, in quanto entrambi sono altri due motori importanti della letteratura di viaggio contemporanea. (a cura di Silvia Russo)

Laura Scarabelli
Versioni e sovversioni della cronaca di viaggio: Destinos errantes di Andrea Jeftanovich

Laura Scarabelli, Professoressa Associata di Letterature Ispano-americane presso l’Università degli Studi di Milano, si interessa e scrive di questioni inerenti il viaggio, l’identità, i paesaggi, la letteratura femminile, la narrativa della testimonianza e della memoria dell’Argentina e del Cile, oltre che di letteratura dei diritti umani e della migrazione. Durante la prima giornata del convegno Il viaggio: percorsi tra letteratura, filosofia e geografia, la studiosa ci ha presentato alcuni estratti dell’introduzione del libro Destinos errantes, scritto dall’autrice cilena Andrea Jeftanovich, la quale ci fa partecipe del suo sguardo sul mondo riflettendo al tempo stesso sulla sua identità, capace di raccogliere insieme differenti compagini culturali ed esperienze vitali.

La docente sottolinea il fatto che “Destini” sia un termine che in spagnolo gode di una duplice ambiguità: da un lato significa luogo di approdo, dall’altro destino; destini che, appunto, sono definiti erranti, ovvero immersi nell’indeterminatezza. Inoltre, rimarca come, mediante l’utilizzo di una parola incarnata e che trasuda identità, l’autrice racconti nove cronache, definendo la scrittura come “un esercizio fisico che ti induce a muoverti, a camminare, a volare, a navigare […], oltre che ad affrontare la presenza spettrale del passato e del futuro”: una scrittura popolata da fantasmi quella di Jeftanovich, che non a caso trova nella cronaca una forma adeguata a mostrare il suo passaggio nel mondo. Dunque, se di primo acchitto ci si potrebbe aspettare che l’autrice, nata da discendenza bielorussa da parte di madre e serbo-croata da parte di padre, possa trovare nel viaggio l’occasione per risaltare le sue culture, in realtà è nello spazio della scrittura che trova l’unico territorio di pienezza. (a cura di Gloria Rafalà)

Marco Modenesi
Turismo in pantofole con François Blais (Québec)

Cosa succederebbe se la tradizione della road novel che porta i lettori ad attraversare migliaia di chilometri sulla carta si ritrovasse nelle mani di una coppia del Québec che si sta preparando per il grande viaggio della loro vita? Document 1 di François Blais, presentato da Marco Modenesi, Professore Ordinario di Letteratura Francese presso l’Università di Milano, racconta proprio questo: due individui “troppo insignificanti per essere tristi” che grazie alla tecnologia, a Google ed al suo motore di ricerca attraversano interi continenti e oceani alla ricerca di… non sanno bene che cosa.

Blais riprende in chiave innovativa il romanzo di viaggio, declinandolo in maniera leggera e quasi parodica; tramite Tess e Jude, la coppia protagonista, François Blais si chiede e chiede al lettore “come ci si muove nell’era di Internet?”. Il romanzo sceglie di presentare l’informatica come filo rosso che accompagna i protagonisti dall’inizio alla fine tramite la ricerca su Google che scandisce la narrazione e abbatte la distanza tra realtà virtuale e realtà tangibile: da intere pagine di Wikipedia presentate sulla carta a link cliccabili delle varie case editrici a cui la coppia si rivolge per richiedere un sussidio, le frontiere tra i due protagonisti e il lettore sono abbattute a favore di una storia in corso d’opera di cui siamo tutti protagonisti. Chi, d’altra parte, oggi non ha uno smartphone da cui può accedere a Google Maps o Wikipedia? (a cura di Elena Bulfon)

Ore 16.30-17.30

Tavola rotonda dei filmmakers

A cura di Chiara Martucci ed Elena Ogliari con Alberto Baroni e Niloofar Yamini

A conclusione della prima giornata del convegno Il Viaggio, il filmmaker Alberto Baroni ha presentato un estratto dal suo cortometraggio La Force, proiettato in contemproanea al Festival di Brighton. Il nucleo tematico del viaggio ci viene qui proposto dal punto di vista di un anziano che va incontro alla cecità totale, le cui vedute sono quindi sempre più sfocate e scolorite. Una perdita, quindi, ma anche una conquista, perché col venire meno della capacità visiva il protagonista intraprende un viaggio interiore parallelo che lo porta a soffermarsi sulle questioni essenziali dell’esistenza umana attraverso le lettere scritte ad un amico. Il viaggio fisico, non a caso in India, diventa quindi viaggio spirituale.

Diversa l’idea di viaggio veicolata dall’iraniana Niloofar Yamini che, dopo essersi laureata in fotografia in Iran nel 2013, si è trasferita in Italia dove ha proseguito i suoi studi. Come Alberto Baroni, Niloofar è intervenuta nella parte conclusiva del convegno per parlare di suoi due lavori – anche in questo caso, cortometraggi – Sul confine e Lontano dall’Iran. Sebbene siano entrambi di tipo documentaristico, ed incentrati sulle difficili condizioni di vita dell’Iran, affrontano il tema del viaggio – l’emigrazione dall’Iran – da due punti di vista diversi: nel caso de Sul confine, quello del viaggio come unica via di uscita da una condizione di vita insostenibile, quella della guerra in Afghanistan. Protagonisti di questo corto sono infatti i bambini rifugiati nel nord-est iraniano, zona desertica e pericolosa, per sfuggire alle minacce dei talebani nella loro terra d’origine. Lontano dall’Iran si basa invece su testimonianze di donne iraniane emigrate in Italia, le quali hanno scelto di lasciare la loro terra natìa non per necessità, ma nella speranza di trovare una realtà socioculturale aperta e liberale, ovvero tutto ciò che in Iran è sempre stato negato loro. (a cura di Giorgia Marzucca)

Alberto Baroni (Brescia, 1986), dopo la laurea magistrale conseguita all’Università degli Studi di Milano con una tesi su Fury di Fritz Lang, inizia a lavorare come filmmaker indipendente. Realizza documentari, web-doc, corporate e spot ricoprendo i ruoli di regista, operatore, montatore e colorist. Collabora con il C.T.U. della Statale, contribuendo alla realizzazione di documentari e spot per l’Ateneo. Nel 2015 dirige il suo primo cortometraggio, Impero, e nel 2017 presenta a Filmmaker Festival il cortometraggio in lingua inventata Carro, che nel 2018 vince il premio per la Miglior Fotografia a ValdarnoCinema Film Festival. Nello stesso anno, il cortometraggio Efeso viene presentato in numerosi festival nazionali e internazionali, e nel 2019 vince il premio per il Miglior Film al Brianza Film Corto Festival. LE – TOI – ILE partecipa in competizione a Filmmaker Festival nel 2019 e vince il premio Best Sound Design all’Hermetic International Film Festival. Nel 2020 il film breve Temperance viene presentato in concorso a Filmmaker Festival ed è inserito nell’elenco dei migliori film dell’anno su Alias (Il Manifesto).

Al convegno interdisciplinare Il viaggio: percorsi tra letteratura, filosofia e geografia Alberto Baroni, che peraltro dal 2018 scrive per la rivista di cinema online Gli Spietati, ha discusso dei suoi cortometraggi La Force, Temperance e LE – TOI – ILE nonchè dei suoi Instagram Reels da Varanasi e Kolkata.

Niloofar Yamini è nata nel 1991 ad Esfahan, Iran. Ha conseguito una prima laurea in Fotografia all’Università dell’Arte di Tehran. In Iran ha collaborato come giornalista, foto e video reporter con alcune importanti testate giornalistiche del Paese e ha esposto le sue fotografie in diverse mostre.

Nel 2014 si è trasferita in Italia e nel 2017 si è laureata in biennio di Arti Multimediali del Cinema e del Video presso l’accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Ha poi approfondito le sue conoscenze in ambito video giornalistico grazie ad un corso presso la Scuola Civica “Luchino Visconti” di Milano. I suoi lavori video e fotografici sono stati presentati durante numerosi eventi. Oggi collabora come storyteller, visual storyteller, e media relation nel ambito di comunicazione e ufficio stampa.

Al convegno interdisciplinare Il viaggio: percorsi tra letteratura, filosofia e geografia Niloofar Yamini ha parlato dei suoi cortometraggi Lontano dall’Iran, già presentato al Concorso “Docucity @ Milano Città Mondo#05 – Le città delle donne” e in cui sei donne iraniane, da tempo residenti a Milano e attive nel mondo dell’arte, si raccontano, e Sul Confine, che tratta del tema della migrazione come il rimanere al bivio e scegliere tra l’andare e il venire.


Programma del 28 aprile

Ore 10.00-12.30

Sessione 2. Il colore del viaggio: un itinerario filosofico

Presiede Maddalena Mazzocut-Mis


Matteo Marcheschi
La profondità dell’istante: viaggi nella forma e nel tempo tra Parigi ed Ercolano (1739-1787)

Matteo Marcheschi, assegnista di ricerca presso l’Università di Pisa, guida gli uditori in un viaggio attraverso Pompei ed Ercolano, in compagnia di Diderot e il suo genio letterario. Le rovine napoletane, infatti, offrono un’occasione unica al filosofo e ai suoi contemporanei per cimentarsi in un avventuroso viaggio alla scoperta dell’immaginario monumentale decantato da Plinio il Giovane. Tuttavia, le due città sepolte dalla cenere sono davvero i luoghi fantastici di cui si è narrato fino a quel momento?

Nonostante il carattere mitico e fiabesco, i visitatori settecenteschi si trovano davanti uno scenario ben diverso da quello tramandatogli dagli antichi; ad Ercolano, infatti, non appaiono i bellissimi dipinti dai colori sgargianti della tradizione classica, né tanto meno opere artistiche di rilevante valore, se confrontate con quelle degli artisti del ‘400 e del ‘500. Piuttosto, la rovina offre oggetti quotidiani che rendono memoria di un’epoca congelata e non non fanno altro che sottolineare il carattere ordinario di una città così lontana e al contempo così familiare.

Davanti a questa realtà, ecco che i turisti del XVIII secolo si trovano costretti ad assumere uno sguardo capace di contemplare la conservazione, o per meglio citare le parole di Marcheschi, uno sguardo “alla scoperta della distruzione che permette la conservazione”. Il viaggio ad Ercolano e Pompei, pertanto, non diviene più un momento per confermare le leggende del passato; al contrario è un’occasione per scoprire lo straordinario che l’ordinario contiene. In tale prospettiva, l’immaginazione rende visibile ciò che la realtà cela, per trasformare un semplice pane incenerito in un oggetto simbolo di un’umanità senza tempo. (a cura di Eleonora Mauri)

Alice Barale
Atacama e altri spettri: un viaggio verso il colore

Alice Barale, Ricercatrice RTDa di Estetica dei nuovi media presso l’Università degli Studi di Milano, presenta Le Spectre d’Atacama del matematico Alain Connes e dello scrittore Danye Chéreau, romanzo a metà tra la narrativa di viaggio e quella fantascientifica. L’intervento si focalizza sull’intreccio tra il tema del viaggio e quello dei colori di un misterioso spettro luminoso che ossessiona il protagonista Armand durante le sue peregrinazioni nel Deserto di Atacama. L’esperienza di viaggio diviene qui occasione di conoscenza e di posta in discussione di tutto ciò che viene dato per scontato, dai significati delle parole alle sicurezze illusorie. La ricerca scientifica può sì ‘svelare l’arcobaleno’ scomponendolo in radiazioni elettromagnetiche, ma solo col viaggio, inteso anche come apertura della propria mente, possiamo viverlo in tutta la sua bellezza. (a cura di Margherita Corinna Vita)

Andrea Scanziani
Il mondo, il viaggio, l’altro. Appunti per una descrizione fenomenologica dell’esperienza del viaggio

Andrea Scanziani, RTDa presso il Dipartimento di Beni Cuturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, illustra durante la seconda giornata del convegno Il viaggio: percorsi tra letteratura, filosofia e geografia alcune riflessioni sulla fenomenologia dell’esperienza del viaggio, sottolineandone il senso e l’importanza, portando poi l’attenzione verso il concetto di ‘casa’. In particolare, definisce la fenomenologia come l’analisi e la descrizione dell’esperienza vissuta dal soggetto in un particolare momento, che – in quanto diverso da tutti gli altri – ha delle caratteristiche uniche ed essenziali; in tal senso, a giocare un ruolo fondamentale sono il ricordo, la percezione e le emozioni.

Scanziani, ricollegandosi all’opera di Edward Casey Getting back into place (1993), ritiene che l’esperienza del viaggio sia strettamente legata all’idea del luogo; concepisce inoltre la casa come luogo essenziale, definendolo come il punto di partenza e di arrivo di ogni viaggio. Rifacendosi invece ad Anthony Steinbock (Home and beyond, 2004), considera la casa come il mondo familiare, rispetto al quale si definisce il viaggio. Dunque, è la casa a determinare anche la meta e a provare l’esistenza di un qui e di un là. (a cura di Alessia Cavicchio e Gloria Rafalà)

Paola Vincenzi
Una passeggiata pittorica con Diderot

Paola Vincenzi, attrice e studiosa del ‘700, ha proposto un viaggio nell’immaginazione attraverso il connubio fra pittura e poesia, fra realtà e immaginazione, che il filosofo e critico d’arte Diderot (1713-1784) ha offerto nei suoi commenti ai quadri esposti a cadenza biennale nel museo parigino del Louvre. L’attrice si è immersa, proprio nello stile diderodiano, nella lettura dei tre diversi commenti, lasciandosi trascinare dal fascino delle figure, dall’atmosfera e dalla tecnica di visualizzazione dell’opera in absentia, ricercando l’opera stessa nelle parole offerte allo spettatore in modo teatralmente sublime. (a cura di Alessia Cavicchio)


Light lunch a buffet


Ore 14.00-16.00

Sessione 3. Il tempo e la memoria

Presiedono Anna Maria Salvadè e William Spaggiari

Sara Garau
Viaggi nel tempo. Esplorazione e invenzione del passato in alcuni scrittori italiani di viaggio del Settecento

Sara Garau, Professoressa straordinaria di Letteratura del Sette- e dell’Ottocento all’Istituto di Studi Italiani dell’Università della Svizzera italiana, presenta le opere di alcuni autori italiani che hanno viaggiato all’estero nel secolo del Grand Tour. Focalizzandosi sul Viaggio in Dalmazia (1774) di Alberto Fortis e sul Viaggio in Grecia (1799) di Saverio Scrofani, viene mostrata l’esperienza di esplorazione della temporalità attraverso lo spazio, che porta passato e presente ad intrecciarsi. Le due opere sono caratterizzate da due differenti approcci al viaggio: Fortis, con l’occhio del philosophe, accosta i suoi interessi di scienziato naturalista alla registrazione dei resti antichi nonché ad osservazioni di carattere antropologico sulla popolazione dei Morlacchi, nella quale secondo lui sopravvive una arcadica innocenza. In linea col soggettivismo che si stava sviluppando in quegli anni, Scrofani dimostra invece un approccio emotivo ai paesaggi e alle eco degli stadi più remoti della storia. (a cura di Margherita Corinna Vita)

Paolo Colombo
Geografie dell’ultimo Leopardi fra memoria, tradizione e parodia

Paolo Colombo, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, presenta un’analisi sulla rappresentazione dei luoghi nel poemetto satirico Paralipomeni della Batracomiomachia di Giacomo Leopardi. In questo testo, l’autore rivolge una critica al progresso del suo tempo e a un’attualità per lui decadente, in contrapposizione all’illustre passato della classicità. La geografia dell’opera suggerisce l’idea di un poeta “viaggiatore immobile”: seppur, com’è noto, i luoghi esplorati dall’uomo Leopardi risultino piuttosto limitati, l’autore marchigiano offre una testimonianza degli elementi spaziali estremamente evocativa. Il poeta si muove tra luoghi reali rielaborati dall’immaginazione, proponendo al lettore una satirica panoramica sulle gesta degli antichi eroi. Tramite l’uso di uno stile intimamente scettico e la ricorrenza di chiasmi, l’intero poemetto è animato da un paesaggio urbano aspramente descritto.

Dalle descrizioni di imponenti architetture di stampo ellenistico e romano, dall’antico Egitto alla Mesopotamia e l’Estremo Oriente, fino ad arrivare all’immaginaria Atlantide, la rappresentazione del viaggio nel poemetto leopardiano risulta iperbolica, irreale, fantastica. Un viaggio che infrange i limiti stessi di tempo e spazio. (a cura di Margherita Corinna Vita e Elena Vismara)

Massimo Scotti
Lo spirito errabondo: il viaggio come destino fra William Somerset Maugham e Peter Cameron

Massimo Scotti, professore di Letterature comparate all’Università di Verona, propone un confronto tra Cose che succedono la notte di Peter Cameron e I mangiatori di loto di William Somerset Maugham. Nel primo caso, l’opera di uno degli scrittori americani più noti dell’epoca contemporanea racconta di un viaggio verso un nord freddo e indistinto; nel secondo caso, uno dei pilastri della letteratura britannica ambienta il testo nella soleggiata isola di Capri. Se Cameron offre un’opera misteriosa dalle tinte a tratti tenebrose – basti pensare al titolo – il racconto di Maugham risplende della luce calda e avvolgente del Mediterraneo. Sebbene così apparentemente diversi, entrambi i testi sono accomunati da quello che il professore definisce “lo spirito errabondo” dei personaggi. Il viaggio compiuto all’interno delle opere non ha una meta precisa: in entrambi i casi i protagonisti sentono la necessità di muoversi e cambiare il proprio destino. Ad accompagnare questa ricerca sono elementi irreali, quasi fantastici, a tratti mitologici – come le suggestioni date dall’isola sede delle sirene, o l’irrequietezza suscitata da “non-luoghi” come antiche ville e hotel lussureggianti, in un eterno vincolo, e al tempo stesso richiamo fatale, tra bellezza e decadenza. (a cura di Elena Vismara)


Dove e quando

27-28 aprile 2023

Sala Napoleonica (via S. Antonio 12)

Diretta streaming su Microsoft Teams, codice: l7lfoxy


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