Michele Lopez ha da poco conseguito la Laurea Magistrale nella facoltà di Lingue e letterature straniere presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente lavora come docente di lingua inglese presso un liceo scientifico. In quest’intervista ci parla dell’argomento principale della sua tesi di Laurea: il fenomeno della Brexit e il suo forte impatto sul mondo letterario britannico.
Cosa ti ha condotto a scegliere il referendum sulla Brexit e l’influenza che ha avuto nella letteratura come argomento della tua tesi di Laurea Magistrale?
«Anzitutto, il referendum sulla Brexit non l’ho mai compreso appieno prima di portare a compimento la mia tesi. Nonostante io abbia partecipato a molteplici corsi estivi in Inghilterra e ne abbia sempre sentito parlare, finora non ho avuto il tempo di analizzare questo fenomeno e di osservarlo da più vicino, specialmente l’aspetto più strettamente politico da parte della popolazione inglese. Ciò che mi ha portato, invece, ad approfondire quanto si afferma della Brexit nei romanzi è il fatto che, a mio avviso, la letteratura sia il modo migliore per comprendere come la popolazione abbia reagito e come sia stato digerito e assimilato un evento all’apparenza semplice – in quanto ha condotto solamente all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea -, ma da cui sono scaturite conseguenze che vanno oltre tutto ciò. Dal punto di vista culturale, ad esempio, vi sono state delle rivalutazioni per quanto riguarda l’identità inglese che predomina sia a livello numerico, sia su altre realtà come quella scozzese, gallese e nord-irlandese. Tale interesse è stato per me motivo di analisi su come negli ultimi anni siano emersi degli aspetti che fino a quel momento erano rimasti più celati. Per meglio dire, è come se fossero delle questioni che ci sono sempre state, ma al contempo rimandate per decenni fino al referendum della Brexit che ha fatto da catalizzatore per metterle sotto una luce politica e in chiave letteraria.»
Guardando al tuo lavoro di ricerca è ovvio come credi che la letteratura e le condizioni socioeconomiche siano strettamente correlate. Vorresti dirci di più a tale riguardo?
«Dal mio punto di vista la letteratura è un bellissimo specchio di ciò che riguarda l’aspetto realistico nonché la descrizione fattuale di ciò che avviene attorno a noi. Allo stesso tempo è necessario ricordarsi che essa è anche una fiction e, in quanto tale, fornisce la possibilità di giocare con quella che è la realtà e di immaginare dei mondi alternativi o diversi rispetto a quelli che si possono rappresentare realisticamente e fedelmente. Questa duplice dimensione emerge nei tre romanzi che ho analizzato nella mia tesi: Middle England (2018) di Jonathan Coe è un diario realistico che segue quasi passo dopo passo le vicende che portano al referendum, gli anni ad esso precedenti e gli anni successivi; Autumn (2016) di Ali Smith lascia intravedere alcuni rimandi alla realtà; The Wall (2019) John Lanchester è, invece, un romanzo utopico e distopico, con pochissimi riferimenti di quella che è sostanzialmente la rappresentazione della Gran Bretagna nel contesto della Brexit che devono essere colti tra le righe.»
Questa tesi ti ha spinto oltre l’analisi letteraria, qual è stata la tua metodologia di ricerca?
«La mia ricerca ha preso in considerazione diversi ambiti, sono partito da un’analisi delle fonti storiche e sociologiche per avere un quadro del contesto al quale ho poi legato un’analisi letteraria. Per quanto riguarda i materiali storici, ce ne sono in abbondanza, un grande materiale di riferimento me l’ha dato il volume Island Stories che fornisce una rappresentazione della storia delle isole britanniche in chiave insulare. Per capire il contesto sociale ho dovuto analizzare testi sociologici, uno su tutti Anywheres and Somewheres di David Goodhart, un giornalista che ha analizzato l’impatto della Brexit sulla società britannica, andando a studiare per ciascuna classe sociale i dati psefologici, dunque, le tipologie di voto, e come la popolazione si è distribuita nella scelta. Per quanto riguarda l’aspetto letterario non ci sono molti manuali che uniscono la realtà storica alla produzione letteraria per cui ho dovuto svolgere in prima persona questo lavoro di collegamento. Dal contesto storico, sociologico e psefologico, sono andato a ricostruire il contesto letterario unendo i concetti di insularity e b/order a quello di Brexlit.»
Vorremmo comprendere meglio il concetto di b/order, riesci a spiegarci, in breve, questa parola?
«È un gioco con le parole border e order ideato da alcuni critici letterari, Schimanski e Van Houtum in particolare. Il confine non viene inteso come semplice confine geografico – in questo caso il canale della Manica -, ma esso diventa una pratica di esclusione per persone giudicate come indesiderate. Nella mia tesi ho unito questo concetto alla concezione di otherness: il confine stabilisce un ordine che detta chi è “giusto” e chi è “sbagliato”, chi è da includere, chi è da escludere. Questo modo di considerare la società si traduce, a livello politico, in un inasprimento delle politiche migratorie, l’Immigration Act del 2016 ha reso molto più difficile l’ingresso di migranti e rifugiati rispetto all’unione europea; a livello letterario, in una rappresentazione dell’esclusione e allontanamento dell’altro, con riferimenti più o meno velati. Ne è un esempio The Wall dove si parla di migranti che, con grande difficoltà, cercano di raggiungere un’isola che non li vuole accogliere.»
Se dovessi consigliare uno dei tre romanzi che hai analizzato per meglio comprendere la Brexit, quale sceglieresti? E quale hai preferito analizzare?
«È una domanda difficile, sono tutti e tre romanzi molto belli e rappresentativi, ognuno ha una storia a sé. Per capire il contesto e gli effetti della Brexit sula popolazione consiglio Middle England di Jonathan Coe. Questo romanzo segue, mese per mese, le vicende degli anni prima e dopo la Brexit attraverso gli occhi di personaggi che sono fittizi, ma hanno un grande rimando alla realtà. Per avere uno sguardo più ampio su quelle che sono le conseguenze a lungo termine della Brexit, consiglio The Wall: per quanto sia un romanzo utopico/distopico, apre molto gli occhi su diversi temi, per esempio le politiche migratorie oppure il problema del confine tra Irlanda e Irlanda del nord. Middle England è stato invece il libro che ho preferito analizzare, apprezzo particolarmente i romanzi storici ed è quello che riesce meglio a dare una visione del contesto.»
Per citare questo articolo:
Corbisiero Costanza, Villa Beatrice. “Il referendum della Brexit come fenomeno letterario – Intervista con Michele Lopez”. Geolitterae, aprile 2022. https://geolitterae.unimi.it/2022/04/26/il-referendum-della-brexit-come-fenomeno-letterario-intervista-con-michele-lopez/
Bibliografia:
Autumn, Ali Smith, 2016.
Middle England, Jonathan Coe, 2018.
The Wall, John Lanchester, 2019.