Il viaggio di Emilio Cecchi attraverso le acque del lago Xochimilo

I canali artificiali del lago di Xochimilo

mappa del lago di xochimilco risalente al 1847. lago ancora privo dei suo
1847

Emilia Perassi scrive un saggio dedicato a Messico di Emilio Cecchi. L’autrice, ripercorrendo le pubblicazioni di Cecchi si sofferma in particolare sulla visita al lago di Xochimilco dove lo scrittore si lascia andare ad un viaggio tra le epoche ripercorrendo la storia di questo lago e delle civiltà che vi si sono succedute e lo hanno modificato. Da qui scaturisce la mia riflessione sulla memoria dell’acqua e sul suo essere elemento eterno, in grado di collegare presente, passato e futuro.  

Per cominciare, occorre osservare la fisionomia del lago. Il lago, caratterizzato da un complesso sistema di canali, si trova a Città del Messico. Guardare la sua fisionomia è importante, la parola lago rimanda ad un paesaggio naturale, un bacino di acqua dolce con bordi frastagliati. A Xochimilco invece, le dolci sponde sono state sostituite da rigidi contorni che obbligano il lago in tre canali artificiali. Proprio questa forte presenza umana credo sia quello che allontana Cecchi dalla contemplazione della natura per portarlo invece ad una riflessione sull’uomo e soprattutto sulla civiltà.

Il ciclo dell’acqua

2020

Al centro di questo percorso troviamo l’acqua, elemento portavoce e custode della storia del luogo. L’acqua attraverso il suo ciclo rimane un elemento eterno, che sempre ritorna. L’idea che il lago sia spettatore dell’opera dell’uomo viene rinforzata anche dall’assenza di emissari che inevitabilmente condurrebbero le acque lontane. Xochimilco, luogo chiuso, diventa quindi mezzo per comunicare con il passato. Nell’acqua di quel lago, Cecchi ripercorre la storia della civiltà messicana. Dalle civiltà preispaniche alla sua contemporaneità, fino a gettare uno sguardo sul futuro. La particolare conformazione del lago di Xochimilco però comunica anche la diversità che esiste tra un ciclo naturale e la storia umana. Al contrario del costante rinnovamento della natura, il lago stravolto dall’uomo, e così la storia umana, seguono una linea retta che ha abbandonato la ciclicità. Il percorso infatti assumerà i contorni di una lenta decadenza.

Reminiscenza del passato e angoscia per il futuro

vita le antiche tradizioni, gli edifici del tempo e la ricchezza dell’agricoltura della popolazione preispanica. In grande contrasto con la prosperosità e il fasto del passato, l’acqua del presente porta con sé una sensazione di agonia. Essa è malsana, portatrice di umidità opprimente e putrida, piena di alghe. Il lago con il passare dei secoli diventa sempre più putrido e paludoso fino ad essere condensato in “gocce inquietanti” e “vasche d’acquario” nel paesaggio fatiscente della centrale. Nello scenario degli anni Trenta, e soprattutto del 1939, la modernità sembra portare con sé un’aura di angoscia e disillusione.


Per citare questo articolo

Beatrice Villa. “Il viaggio di Emilio Cecchi attraverso le acque del lago di Xochimilco.” Geolitterae, Università degli Studi di Milano, 21 marzo 2022, URL https://geolitterae.unimi.it/?p=878.

Bibliografia

Emilia Perassi. “Emilio Cecchi: un’escursione al lago di Xochimilco negli anni Trenta” Laghi e paludi, Mimesis Edizioni, 2017.