«A Painful Case» ed il richiamo a «Tristano e Isotta»: storie a confronto

Analisi del modo in cui il luogo irlandese influisce sull’esito di queste due storie d’amore (la prima tra il signor Duffy e la signora Sinico e la seconda tra Tristano e Isotta), nonché sui comportamenti dei personaggi stessi, a partire dalla paralisi politica e morale derivante dal contesto storico-politico dell’Irlanda. Analisi del richiamo a Tristano e Isotta che si rileva in A Painful Case, la quale, ambientata nella città di Chapelizod (nome nel quale troviamo un palese riferimento a Isotta), farà emergere tutto lo squallore che la caratterizza.

Il presente post si propone di illustrare dapprima un quadro generale delle trame delle storie poste a confronto: da una parte A Painful Case di James Joyce e dall’altra Tristano e Isotta, una riscrittura in dramma musicale di Richard Wagner, soffermandosi sugli snodi essenziali del loro intreccio amoroso. Successivamente, se ne approfondirà il legame, dato da un costante richiamo, sulla base dello sfondo geografico che le caratterizza, nonché l’Irlanda. A tal proposito, non mancherà la menzione al contesto storico-politico del paese irlandese dell’epoca, di cui sarà fornita una descrizione dettagliata, necessaria ai fini della comprensione dei temi trattati nel presente articolo.

A Painful Case: il legame tra il signor Duffy e la signora Sinico

Paralisi
(A Painful Case)

A Painful Case, da sempre tradotto in italiano con “Un caso doloroso” o “Un caso pietoso”, è un racconto breve (il settimo) che fa parte dell’opera primaria di James Joyce, ovvero Dubliners (Gente di Dublino). La storia, ambientata nell’Irlanda degli inizi del XX secolo, narra di due persone profondamente tristi, nonché della storia d’amore che nasce tra queste, il cui esito non sarà dei più felici.

Da un lato, un bancario di mezza età, il signor Duffy, fissato per l’ordine e la pulizia, vive da solo nei sobborghi di Chapelizod, una città situata nei pressi di Dublino, il cui nome deriva proprio dalla presenza in loco di una cappella consacrata in onore di Isotta. La sua vita è caratterizzata da una routine che segue meticolosamente e da scarsissimi contatti sociali. Dall’altro, invece, una donna sposata, ma sola, la signora Sinico, il cui marito passa gran parte del tempo in mare e che, pur quando è a casa, sembra ignorare la sua esistenza.

Appassionato di concerti di musica classica, è proprio ad uno di questi che egli conoscerà Emily Sinico, la quale apparirà ai suoi occhi come una donna intelligente e sensibile; dunque, i due cominciano ad incontrarsi sempre più spesso, parlano di musica e dei loro interessi culturali comuni. Mr. Duffy crede di aver incontrato una persona che potrebbe riscattarlo dalla solitudine e dell’angoscia dell’esistenza, e decide di aprirsi e di parlare con lei di argomenti personali. Tuttavia, una sera la signora Sinico rivela al signor Duffy la sua infatuazione romantica per lui: da quel momento lui rifiuterà di vederla, convinto del fatto che qualsiasi legame affettivo sia solamente fonte di dolore. Trascorrono quattro anni e la vita di Mr. Duffy è tornata alla solita routine. Una sera, mentre sta cenando in una locanda, legge sul giornale che una donna dal nome Emily Sinico è morta travolta da un treno, forse suicida. Dopo la rottura della loro relazione, infatti, lei si era data all’alcol, degradandosi sempre di più. Duffy, inizialmente disgustato dalla notizia, realizza dentro di sé di aver consegnato i suoi segreti ad una donna dal basso profilo morale; in seguito, però, si renderà conto di aver totalmente abbandonato la signora Sinico al suo tragico destino.

Evoluzione del loro comportamento: le cause

Analizzando la trama del racconto, è evidente quanto la triste vicenda di Duffy si confonda con la degradazione dell’intera Irlanda, dove sembra destinata al fallimento ogni speranza di solidarietà umana. L’esistenza fallimentare di Duffy, la sua impossibilità di amare, il suo intellettualismo arido e privo di ideali divengono paradigma di una condizione universale di desolazione e di follia. Solo dopo qualche tempo dalla notizia della morte della signora Sinico, infatti, egli comprenderà come la rigidità della sua vita non solo abbia portato alla rovina un’altra persona, ma come questa lo abbia anche condannato ad una paralisi esistenziale. Allo stesso modo, la signora Sinico, in una perenne condizione d’abbandono (prima da parte del marito, poi da parte di Duffy), trova nel suicidio (e dunque nella morte) l’unica via di fuga da una realtà così paralizzante, nella quale pare non esserci spazio per quel calore e quell’accoglienza che tanto avrebbe desiderato ricevere.

Tristano e Isotta: una storia d’amore medievale

Tristano e Isotta

Le primissime testimonianze della narrazione di Tristano e Isotta si trovano in racconti popolari celtici risalenti all’Undicesimo secolo; tuttavia, è nel secolo successivo (il Dodicesimo) che si troverà traccia delle prime attestazioni scritte, le quali ci consentiranno di conoscere a fondo lo sviluppo della vicenda. Considerate le radici celtiche, è importante precisare che la leggenda sarà infatti ambientata fra la Cornovaglia, l’Irlanda e la Bretagna. 

Il protagonista, Tristano, è orfano e viene cresciuto dallo zio Marco, re di Cornovaglia che, per questioni politiche, è tenuto a pagare un sostanzioso tributo all’Irlanda (accadeva spesso che un Paese dimostrasse la sua dipendenza da un altro pagando dei tributi in segno di sottomissione). Tristano, ormai divenuto adulto e valoroso guerriero, decide di liberare la Cornovaglia da questo peso e sconfigge Moroldo, fratello del re d’Irlanda. Egli, però, rimarrà ferito nel duello e, mentre cerca di tornare in Cornovaglia, verrà curato dalla figlia del re irlandese, Isotta, che non sospetta nulla riguardo all’accaduto.
Una volta guarito, Tristano torna in Cornovaglia, portando con sé un capello biondo di Isotta: quando re Marco lo vede, per porre fine alle pressioni dei sudditi che vogliono vedere il re sposato per avere assicurata la successione al trono, decide di sposare la donna a cui appartiene quel capello, ovvero Isotta. Questa acconsentirà, affinché si ponga fine alla rivalità fra i due regni.

Isotta consegnerà alla sua balia un filtro d’amore che bevuto dopo le nozze con re Marco li farà innamorare perdutamente l’uno dell’altra, garantendo così alla giovane un matrimonio felice e non solo d’interesse. Accade però un imprevisto: a bere il filtro è, per errore, Tristano. Lui e Isotta si innamorano follemente e la loro vita è rovinata perché il matrimonio non può certo essere annullato.

Nei mesi successivi Tristano e Isotta vengono continuamente perseguitati, fin quando i due non verranno scoperti e Tristano deciderà di lasciare Isotta a re Marco, recandosi in Bretagna. Lì, conoscerà e sposerà un’altra donna, che però non ama: Isotta dalle Bianche Mani. La nostalgia per Isotta è troppo grande in Tristano, motivo per cui farà ritorno in Cornovaglia. Si reca, travestito, alla corte di re Marco per rivederla, ma suo cognato, Caerdino, il fratello di Isotta dalle Bianche Mani, offeso dall’oltraggio che egli sta facendo a sua sorella lo segue. Caerdino, però, dopo aver visto Isotta, comprende finalmente l’amore che il cognato prova per quest’altra donna e lo perdona.  

Isotta dalle Bianche Mani, offesa sopra ogni limite, approfitta di una disgrazia per vendicarsi: Tristano è stato ferito durante una spedizione ed è morente nel suo letto, motivo per cui chiederà che venga chiamata Isotta dalla Cornovaglia. Solo la sua presenza potrà guarirlo dal male. Per sapere se la nave porta con sé anche Isotta, Tristano chiede che vengano issate delle vele bianche o nere a seconda della presenza o meno della donna sulla nave. Solo così saprà se Isotta ha deciso di raggiungerlo o di abbandonarlo. La moglie di Tristano decide di cambiare le carte in tavola, mentendogli; gli rivela infatti che la nave sta giungendo con le vele nere. Tristano decide allora di lasciarsi morire e quando Isotta arriva è troppo tardi: anche lei si ucciderà sul corpo di Tristano e i due, fatti tornare in Cornovaglia, verranno sepolti vicini. 

Un amore tormentato: le cause

Inquadrata in una società di cui trasgredisce tutte le leggi razionali, morali e sociali, la vicenda di Tristano e Isotta risulta piuttosto provocatoria per l’epoca in cui è ambientata. La storia si presenta come incarnazione di un ideale amoroso, quello della fol amor (o dell’amore fatale), fondato sul dolore, connotandosi dunque negativamente. A quanto pare, qualsiasi vita i due amanti scelgano (all’interno della società, costretti a continue menzogne e travestimenti o all’esterno della società, durante la vita nella foresta separati), essi falliscono e sono condannati all’infelicità, motivo per cui – anche in questo caso, così come accade con la signora Sinico – l’unica via d’uscita sembra essere la morte.

Contesto storico-politico irlandese del 1900

Seduta parlamentare (Dublino)

L’Irlanda fu abitata da popolazioni celtiche per quasi un millennio. Nel XII secolo, però, gli invasori anglo-normanni istituirono un Regno d’Irlanda che comprendeva l’intera isola. Questo sistema fomentò le continue guerre tra province, e durò fino al XVI secolo, momento in cui fu scardinato dagli inglesi. Durante il regno di Enrico II Plantageneto (1154-1189), il Papa dichiarò l’Irlanda dominio naturale della corona inglese. Enrico II però non intraprese la conquista dell’isola, ma incoraggiò l’insediamento di Lord inglesi nei feudi irlandesi.

Iniziò così una lenta ma costante migrazione di coloni inglesi sul suolo irlandese; tuttavia, questi primi coloni, pur mantenendo una posizione sociale privilegiata, assimilarono usi e costumi locali. Si trattò di un efficace metodo di colonizzazione: colonizzatori inglesi e scozzesi si stabilirono in varie zone d’Irlanda, concentrandosi in piccole comunità.

Le sanguinose rivolte del 1798 spinsero il governo inglese ad assicurarsi un maggiore controllo sull’isola. Il debole Parlamento irlandese fu obbligato a votare l’Act of Union del 1800, che sanciva la fine dell’esistenza di uno Stato Irlandese separato. Dunque, l’Irlanda fu unita giuridicamente e politicamente alla Gran Bretagna, la quale in questo modo si assicurava il pieno controllo sugli affari interni irlandesi. Tuttavia, il disinteresse inglese verso gli affari irlandesi convinse la nascente classe borghese irlandese a domandare autonomia dal Parlamento inglese. Per questo motivo, nel 1870 fu fondato il cosiddetto Home Rule (autogoverno), un movimento della società civile che chiedeva lo scioglimento dell’Unione e l’istituzione di organi esecutivi, legislativi e giudiziari autonomi. La sua entrata in vigore fu però posticipata a causa della Prima Guerra Mondiale. A consolidarsi poco dopo fu un altro movimento, che presentava posizioni molto più avanzate: il Sinn Féin del 1908. Questo prevedeva la fondazione di una Repubblica irlandese indipendente, attraverso il sollevamento degli inglesi dal controllo effettivo sulla vita pubblica in Irlanda.

Nel 1918, Sinn Féin si presentò alle elezioni generali in aperta concorrenza con Home Rule, conquistando la quasi totalità dei seggi. Di conseguenza, i parlamentari istituirono a Dublino la Dáil Éireann, un parlamento autonomo irlandese. Questo riconosceva e legittimava il ruolo dell’Irish Republican Army (Esercito Repubblicano Irlandese). Le autorità britanniche, incapaci di contrastare l’azione di guerriglia di quest’ultimo, aprirono una trattativa nel 1921, tramite la quale i delegati irlandesi ottennero lo scioglimento dell’Unione e la formazione di uno Stato Libero.

Ruolo dell’Irlanda: come influisce sull’esito delle due storie

Joyce scrive le storie che compongono Gente di Dublino – tra cui A Painful Case – proprio quando gli irlandesi erano sotto il dominio della Gran Bretagna, dunque controllati dagli inglesi. Secondo l’autore, infatti, i dublinesi non sono stati in grado di superare la loro condizione di paralisi della coscienza, proprio perché gli è stato impedito di fare dei progressi. La paralisi, di cui la capitale irlandese (Dublino) è il “centro”, risulta essere come una malattia mortale per i cittadini, a tal punto da riflettersi in ogni aspetto delle loro vite: morale, sociale, culturale, psicologico. Tutti i tentativi di evasione sono pertanto destinati al fallimento.

A provocare tutto ciò, due immensi ed invincibili macigni: la Chiesa, «sobillatrice di un nazionalismo sterile e bigotto», e lo Stato, «pura e semplice emanazione dell’oppressione britannica», come lo stesso Joyce afferma. Tra le due autorità, però, quella che più influisce negativamente su di loro è senz’altro la Chiesa, che li rende incapaci di concepire la moralità come risposta individuale a problemi di carattere etico. La paralisi e la morte, dunque, come vediamo anche con la signora Sinico, costituiscono le due estremità fondamentali delle storie di Gente di Dublino.

Allo stesso modo, nella storia d’amore medievale di Tristano e Isotta, la medesima degradazione si ravvisa soprattutto nella meschinità che pare governare i rapporti umani, in particolare quelli protetti dall’istituzione matrimoniale, che paiono essere privi di qualsiasi valore, se non quello di servire a sostenere una società che altrimenti cadrebbe a pezzi. Dunque, come accade nel caso di Isotta, ci si sposa solo perché così va fatto, perché così prescrive la morale ecclesiastica e sociale. Anche in questo caso, infatti, vedremo che il finale della storia sarà pressoché identico a quello di A Painful Case, se non che – qui – a morire saranno entrambi gli amanti protagonisti.

Ad ogni modo, la morte pare ancora una volta essere l’unica via d’uscita da una condizione esistenziale profondamente intaccata dalla storia e dalla politica irlandese del XX secolo. Oltretutto, si evince in Joyce un costante richiamo alla leggenda di Tristano e Isotta, considerato che questa fungerà da modello per la stratificazione della storia di Duffy a inizio Novecento.

Per citare questo articolo:

Rafalà, Gloria. “A Painful Case ed il richiamo a Tristano e Isotta: storie a confronto”, 26 Maggio 2023, Geolitterae, geolitterae.unimi.it/2023/05/24/a-painful-case-ed-il-richiamo-a-tristano-e-isotta-storie-a-confronto/.

Riferimenti bibliografici

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