Colum McCann

Colum McCann

Colum McCann, classe 1965, è originario di Dublino, dove è nato e cresciuto, coltivando un sentimento di amore e consapevolezza critica verso la sua terra. Ben presto inizia a sentire la necessità di lasciarsi quella piccola porzione di mondo alle spalle – come molti altri prima di lui – per cercare realtà nuove, che possano offrirgli punti di vista diversi da cui guardare il mondo, e attraverso cui poter scrivere nuove storie. Inizia a viaggiare da giovane, quindi, ma non dimenticherà mai l’Irlanda, che non a caso è al centro del suo primo lavoro letterario, scritto quando aveva 29 anni: la raccolta di racconti Fishing the Sloe.
Per Colum McCann la narrazione e il viaggio sono due aspetti complementari di una stessa attitudine alla vita, che è, dopo tutto, essa stessa una storia; ma affinché esista la storia, deve esserci il viaggio, e viceversa. Non sorprende, quindi, che si sia trasferito dapprima in Giappone e poi, definitivamente, negli Stati Uniti che, come vedremo, arriveranno ad avere un ruolo importante nella sua poetica. Nel frattempo, ha continuato a scrivere e a ricevere riconoscimenti internazionali: ha pubblicato sette romanzi e tre raccolte di racconti.

Passato e presente intrecciati: dall’Irlanda agli Stati Uniti

Radici solide

La terra natia che McCann presenta al lettore é avvolta da un’aria di casa, pervasa da figure quotidiane: pescatori, preti e lavandaie si antepongono ad un’atmosfera pastorale che rimanda il lettore a dimensioni atemporali oltre all’epoca dell’ora in cui i suoi racconti prendono forma. Nel contesto dello scrittore, trasferitosi negli Stati Uniti a ventun’anni per perseguire la carriera letteraria, l’Irlanda rimane rinchiusa nell’immaginario giovanile di un adolescente che trascorre le estati a Derry con la famiglia. Il mondo che McCann descrive é sia quello immediato dei personaggi che danno al lettore un senso di comunità e di ritualità che allo stesso tempo quello dell’Irlanda sconvolta dai Troubles. Dal Giappone, dove risiedeva al tempo, lo scrittore rimane sempre legato al mondo dove i figli vengono uccisi e le madri cercano di ripescare dalla corrente del fiume quelli che se ne sono andati a cercare fortuna altrove. Il desiderio di ricostruire un mondo domestico viene quindi accompagnato dalla violenza che ha rotto i vincoli familiari. Questo però é anche il mondo della grande tradizione letteraria irlandese: il paese di Joyce, Yeats e Swift é anche il suo, il paese dove ritrova l’Irlanda di suo padre e di suo nonno rileggendo l’Ulisse.

Un’onda di cambiamento

In un mondo atemporale e statico in cui prevarica una volontà di cambiamento che rimane astratta, si inseriscono gli Stati Uniti, descritti in un’ottica di novità che entra e rinnova un paese stagnante. L’America, paese “della vera democrazia”, subentra nella bucolica Irlanda per aiutarla durante i Troubles: il senatore americano George Mitchell, conosciuto dallo stesso autore e di cui lui parla come colui che “ha abbracciato il silenzio” dell’Irlanda e l’ha portata sulla strada della pace. McCann sostiene che essere irlandesi in America “é un bene: é vivere fragorosamente e abbracciare diverse esperienze, ma é anche riconoscere la Storia e le sue difficoltà”. Gli Stati Uniti e l’Irlanda sono così accomunati su più fronti, in una dinamica che fa del primo un agente innovatore che penetra nei confini fluidi dell’isola, e che li cambia profondamente fino a sfocarli: l’America é “la colla che mantenne la pace”.

Lo sguardo rivolto al di là dell’Atlantico

I due luoghi non sono uniti solo dall’esperienza personale dell’autore ma anche dalla storia stessa dei due paesi. Sin dal 1700, milioni di irlandesi sono emigrati verso il nuovo mondo, una vera e propria diaspora che ha cessato il suo corso solo recentemente. L’immaginario geografico e spaziale delle sue storie scaturisce dal ricordo di quello che è stato, del proprio vissuto che si intreccia con quello storico, collettivo. Nelle interviste che ha rilasciato, McCann rivendica sempre di essere uno scrittore irlandese, benché viva negli U.S.A. Ciò premesso, la prospettiva transatlantica influisce fortemente la sua narrativa. TransAtlantico, uno dei suoi romanzi più apprezzati, riprende già dal titolo il tema dell’attraversamento oceanico sulla rotta da e per gli Stati Uniti, un’esperienza che ha segnato le vite dei suoi connazionali e condizionato profondamente la storia dell’Irlanda. Qui l’autore incrocia su più dimensioni temporali le vite dei personaggi e gli eventi che li portano a viaggiare. Sono racconti che hanno luogo in entrambe le sponde dell’Atlantico o in mezzo ad esso quando attraversato.

Confini fluidi

L’acqua, uno dei motivi più ricorrenti nelle sue opere, è l’elemento che definisce i confini fluidi dell’isola Irlanda. Riempie lo spazio di mezzo che la divide e allo stesso tempo la unisce con il resto del mondo. Il mare funge da vettore, navigando si può uscire dallo spazio limitato e limitante dell’isola, dove non c’è possibilità di prosperare se si rimane al suo interno. Oggi in Occidente non si naviga più come allora, o per lo meno non per trasferire la propria vita in altri luoghi. Non è detto però che non sia ancora possibile farlo metaforicamente, grazie al potere delle storie. La loro diffusione permette di creare ponti e connessioni che uniscono luoghi lontanissimi tra di loro, rompere barriere e stereotipi; in poche parole: stimolare il cambiamento. Credendo nel potenziale della narrazione, McCann ha messo in pratica il principio co-fondando Narrative 4, un’organizzazione educativa con sedi in tutto il mondo che facilita e promuove lo storytelling. Continuare dunque a raccontare e scambiarsi storie, per dare la possibilità a chi legge o ascolta di viaggiare attraverso spazi geografici diversi e di immergersi nelle vite degli altri, per immaginare assieme un futuro migliore, anche negli scenari che sembrano non avere risoluzione.

Intervista a Colum McCann, autore di ‘TransAtlantico’

Per citare questo articolo

Bulfon Elena, Caroggio Anita, Marzucca Giorgia. “Colum McCann”, Geolitterae, Università degli Studi di Milano, 9.05.2023

Riferimenti bibliografici

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