Talk: Linguaggi dell’immaginario geografico

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Locandina dell'evento con dati
Invito all’evento

Un nuovo evento con Nicoletta Brazzelli che, sabato 15 aprile, dialogherà in un talk pubblico con la fotografa Barbara Barberis presso la Galleria Matria di Milano. Due linguaggi artistici, letteratura e fotografia, mettono a confronto luoghi reali, luoghi immaginari, topografie emotive. Paesaggi, memoria, palinsesti. Infatti,

Se la geografia riconosce al suo interno la presenza ineludibile di un elemento soggettivo e immaginativo, la letteratura non può non ravvisare il ruolo cruciale della geografia nell’elaborazione testuale, poetica e narrativa. Il punto d’incontro si colloca nelle molteplici modalità di percezione e rappresentazione dello spazio, che è la dimensione primaria della nostra esperienza, mentre altrettanto primario è il suo ruolo immaginativo

Protagoniste: Barbara Barberis e la serie Winter Garten

A discutere dei linguaggi dell’immaginario geografico con Nicoletta Brazzelli sarà quindi Barbara Barberis, attualmente in mostra alla Galleria Matria con Winter Garten. Potrete visitare la mostra fino al 15 aprile.

Barbara Barberis (Milano, 1977)

Nel campo della fotografia contemporanea, Barbara Barberis ha sempre dedicato grande attenzione alle complessità legate alla nozione di paesaggio. Svolgendo nel corso degli anni, sotto vari aspetti, un’interessante quanto rigorosa esplorazione dei legami che intrecciano la rappresentazione del territorio con la sua storia. La serie in mostra, Winter Garten, permette di delineare alcuni assi discorsivi di questo suo lavoro di ricerca. Tra i quali spicca ad esempio il potenziale narrativo delle immagini che scaturisce dalla dialettica tra il retaggio storico di un territorio e il proprio sguardo personale.

Questo aspetto del suo lavoro è segnato infatti da una scelta meditata delle porzioni di paesaggio da includere nei suoi scatti, attraverso cui l’autrice restituisce in modo suggestivo le diverse stratificazioni temporali che attraversano anche il suo presente. La dimensione essenzialmente contemplativa, che caratterizza la sua pratica artistica, abbraccia così con la stessa forza poetica i modi in cui il passato è ancora impresso nel paesaggio attuale, in quanto depositario di storia e di memoria.

Winter Garten (2015-2017): sulle tracce di Ludovico Winter

Ludovico Winter nel 1908

Nella serie Winter Garten, attualmente in mostra alla Galleria Matria, questa riflessione sul dialogo tra storia e attualità viene sviluppato nell’area costiera di Bordighera, seguendo le tracce di Ludovico Winter (1846-1912), un botanico e architetto del paesaggio, noto soprattutto per il suo ruolo determinante nella diffusione delle palme nella Riviera Ligure.

Dopo essersi occupato per anni dei celebri Giardini Hanbury alla Mortola (Ventimiglia), tra il 1870 e il 1880 si specializzò nell’adattamento della costa rocciosa e dell’entroterra di Bordighera a diverse coltivazioni di specie esotiche (palme, cactacee, agavi e tante altre specie provenienti da terre remote), avviando un’intensa attività vivaistica che contribuì alla trasformazione dell’aspetto del paesaggio, sostituendo e integrando le colture agricole preesistenti.

La serie, incentrata sull’eredità lasciata da Ludovico Winter sul territorio di Bordighera, non si limita tuttavia, a ritrarre piante e scorci dei giardini più direttamente legati alla sua opera, o ai suoi allievi ed eredi più prossimi, ma rivolge la sua attenzione anche a tutti quegli spazi interstiziali, apparentemente più marginali, in cui un rigoglio di palme, succulente, e altre piante più o meno esotiche denotano il paesaggio visivo caratteristico di questa zona della Riviera. Dagli originari vivai ottocenteschi in cui erano state messe a dimora, queste piante sembrano infatti aver finito per espandersi a tutto l’ambiente circostante, generando un esteso giardino dai contorni indefiniti, ma che ancora oggi reca forte l’impronta di questa importante eredità.

Le immagini fotografiche realizzate da Barbara Barberis

Scatto dalla serie Winter Garten
Dalla serie Winter Garten

Le immagini fotografiche non ci mostrano solo i luoghi più direttamente legati a quella che fu l’azione di Winter sul territorio bordigotto, dove egli impiantò i suoi vivai, come il grandioso palmeto del Vallone del Sasso, con gli attigui giardini Winter (a lui dedicati e da poco riaperti al pubblico), o alla zona dove un tempo sorgeva il famoso giardino della Madonna della Ruota. Ma mettono in luce almeno altri due aspetti, per certi versi antitetici, ma al tempo stesso riconducibili entrambi a quella che si può definire la sua eredità naturale e spirituale.

Alcune immagini mostrano infatti la proliferazione di molte delle specie botaniche da lui acclimatate, cresciute in maniera più o meno spontanea, nei luoghi più disparati del territorio. Qui palme e piante grasse emergono non solo dai giardini delle ville ottocentesche o dagli antichi vivai, ma si insinuano anche tra le costruzioni delle case e dei palazzi di più recente edificazione, così come, ben oltre i margini dell’abitato urbano, sugli speroni di roccia a picco sul mare che in direzione di Ospedaletti corrono lungo i bordi della via Aurelia.

Altre istantanee sembrano invece rimandare a ciò che potrebbe considerarsi più il nucleo di un’idea, di un’eredità spirituale. Ossia il retaggio di una visione del paesaggio come rappresentazione spettacolare e al tempo stesso perfettamente organizzata della natura, aspetto che si può ancora evincere dalla conformazione del verde pubblico istituzionalizzato di Bordighera, i cui esempi più plastici possono essere considerati il giardino della Spianata del Capo o il lungomare Argentina, quest’ultimo progettato del resto anche dal figlio di Winter.


Contatti

Info e prenotazioni a questo link. Si ringraziano Barbara Barberis e la Galleria Matria per il permesso ad usare immagini e comunicato stampa della mostra.


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