Paesaggi, memoria, palinsesti

Come Centro di Ricerca, siamo lieti di annunciare che Nicoletta Brazzelli e Marco Modenesi saranno i curatori del quinto numero di ECHO – Rivista Interdisciplinare di Comunicazione. Linguaggi, culture, società, rivista scientifica annuale che intende costituirsi quale forum nazionale e internazionale della ricerca inter- e transdisciplinare sulla comunicazione.

Il tema scelto per il quinto numero, in uscita il prossimo novembre, è: Paesaggi, memoria, palinsesti.

Per coloro che intendessero inviare una proposta di articolo, riportiamo qui di seguito la call for papers con le indicazioni delle varie scadenze. Per le versioni in inglese e francese si veda il sito della rivista.

Paesaggi, memoria, palinsesti

Till from the garden and the wild

A fresh association blow,

And year by year the landscape grow

Familiar to the stranger’s child.

And year by year our memory fades

From all the circle of the hills

Alfred Tennyson, In Memoriam

L’immagine del palinsesto

Negli ultimi decenni, a partire dagli anni Ottanta e Novanta del Novecento, si è verificato un crescente interesse, nell’ambito degli studi umanistici, per la dimensione spaziale, anche in relazione al discorso della memoria e della storia. I luoghi non sono soltanto parte essenziale dell’esperienza individuale e collettiva, ma sono partecipi della memoria e della tradizione: tuttavia, essi non sono solo ‘contenitori’ di memorie, ma piuttosto si configurano come palinsesti. L’immagine del palinsesto funziona non soltanto per i luoghi della memoria ma anche per la memoria in sé. La mutua relazione di scambio che si verifica e la stratificazione, che comporta un processo di cancellazione e riscrittura, rinvia al ruolo spaziale nella produzione della memoria, specialmente collettiva. La memoria non consiste solo di una serie di immagini in forma di archivio; invece, essa viene concepita, nella riflessione contemporanea, come un palinsesto stratificato.

Copertina del volume di Pierre Nora
Copertina del volume di P. Nora

Lo spazio garantisce una continuità e un senso di comunità attraverso le generazioni. Ma le tradizioni non sono affatto monolitiche e singolari, piuttosto vengono continuamente rinnovate e rivisitate. Lo studio dei siti della memoria ha avuto inizio con Pierre Nora: dagli anni Settanta in poi, lo storico francese sostiene la necessità di esplorare i “siti della memoria”. Secondo Pierre Nora, i Lieux de mémoire (1984) sono quelli in cui la memoria collettiva si cristallizza e si condensa. Questi siti si definiscono per la loro materialità, ma anche per la simbolicità che li caratterizza. Ciò che definisce un luogo della memoria è l’intreccio di memoria e storia: l’interazione dei due fattori permette la loro reciproca sovrapposizione. Dunque, per Nora, un luogo della memoria si riferisce sia a un archivio storico e a un monumento, ma anche a un luogo ‘privato’.

Nel suo significato letterale, un luogo della memoria è dove una comunità, una nazione, un gruppo etnico deposita le sue memorie, considerando quel sito come parte integrante della sua identità. I significati di tali luoghi non sono stabili nel tempo e nello spazio, mentre le poetiche e politiche della memoria si riferiscono alle modalità con cui i gruppi cercano di “fissare” tempo e identità attraverso le qualità materiali e simboliche del luogo.

Le riflessioni di Maurice Halbwachs

Le analisi della memoria sociale nelle commemorazioni nazionali, le rappresentazioni dei traumi del passato, il turismo e la complessa industria dello “heritage” si rapportano in modi diversi a questi concetti. Nelle premesse interdisciplinari di questi discorsi, le opere del filosofo e sociologo Maurice Halbwachs sono stati determinanti. Per Halbwachs, la memoria personale non viene archiviata nell’inconscio, nel senso freudiano, ma è sempre costituita e situata negli ambienti sociali del presente. Visto che le storie del passato sono sempre in divenire, i gruppi creano topografie della memoria per stabilire la connessione fra passato e presente in modo tangibile e permanente. La densa dimensione esperienziale e sociale del luogo e del paesaggio non solo dà forma alla memoria sociale, ma situa e definisce ricordi spaziali collettivi.

Copertina del volume di Halbwachs

Sulla scorta di Halbwachs e di Nora, studiosi di varie discipline pongono l’attenzione sugli aspetti materiali del paesaggio e sulle manifestazioni culturali della memoria sociale. Il lavoro dei geografi dimostra che i luoghi della memoria sono molto più che costruzioni monumentali e sedi di importanti eventi nazionali o locali. Essi infatti incorporano significati storici, relazioni sociali e rapporti di potere. I luoghi costituiscono i contesti di eventi, attività e incontri, e lungi dall’essere radicati, fissi e stabili sono invece reti porose di relazioni che cambiano di continuo.

What else than a natural and mighty palimpsest is the human brain? Such a palimpsest, oh reader! is yours. Everlasting layers of ideas, images, feelings, have fallen upon your brain softly as light. Each succession has seemed to bury all that went before. And yet, in reality, not one has been extinguished

Thomas De Quincey, Suspiria de Profundis

Il paesaggio e la soggettività

Il paesaggio, come è ormai ampiamente riconosciuto, rappresenta un prodotto soggettivo della mente. Il suo legame con la dimensione cognitiva e mnemonica è incontestabile. Infatti, il paesaggio non esiste a priori, piuttosto deve essere ‘inventato’, e il suo valore dipende dalla capacità di abitare lo sguardo individuale, di attivare quella metamorfosi della realtà, capace di trasformare il visibile in storia. È una visione mentale legata all’esperienza sensibile dell’individuo, che scaturisce dalla integrazione e dalla complicità tra la dimensione reale delle cose che ci circondano (la natura, la città) e quella immateriale e psichica del ricordo. In questo senso, occorre riconoscere il ruolo immaginativo del paesaggio, che costituisce una sorta di custode della memoria di intere generazioni.

In Landscape and Memory (1995) Simon Schama sostiene che prima di essere un “repose for the senses, landscape is the work of the mind. Its scenery is built up as much from strata of memory as from layers of rock”. Al centro del suo progetto si pone l’esplorazione dei miti che caratterizzano l’ordine naturale, senza che egli tuttavia sottoscriva la nozione degli archetipi universali. Per questo la sua indagine della rappresentazione di specifici ambienti naturali, sia terrestri che acquatici, è profondamente radicata nella storia ed è strettamente legata a specifici contesti temporali e nazionali.

Copertina di Beloved
Copertina d Beloved

… e la letteratura

L’attenzione geografica ha apportato un contributo essenziale per comprendere le relazioni fra paesaggio, memoria e identità. A loro volta i testi letterari, dalla Recherche proustiana alla post-memoria di un romanzo come Beloved di Toni Morrison o alla paesologia di Franco Arminio, ma anche la pittura e la fotografia, il cinema e la televisione, hanno contribuito in maniera essenziale alla creazione dell’idea di paesaggio in continua evoluzione e costante cambiamento. Inoltre, la problematicità e la crisi identitaria contemporanea postmoderna e postcoloniale sono legate a un importante recupero dell’interesse per gli spazi nella loro dimensione temporale e storica, oltre che nella prospettiva sociale e antropologica.

Gli spazi della memoria sono rivisti dalla prospettiva geografica nella loro memorializzazione e nei processi dinamici della cittadinanza. Le interpretazioni variano a seconda dell’approccio: la geopolitica della memoria è legata anche, e si presuppone possa rispondere, a questioni di sostenibilità ambientale e al raggiungimento di maggiore consapevolezza nei programmi europei e mondiali. La memorializzazione e la commemorazione contribuiscono ad ampliare le interpretazioni storiche così come le prospettive turistiche. I landmarks, gli aspetti tangibili e intangibili del paesaggio, le pratiche e le espressioni che scaturiscono da un passato condiviso, sia materiali come i monumenti che immateriali come la lingua, le tradizioni, le storie, sono connessi alla conservazione e alle emozioni che caratterizzano i lieux de mémoire.

Temi per le vostre proposte

La presente call for papers è rivolta a proposte di contributi che affrontino la questione della memoria e della sua iscrizione spaziale, nelle forme e nelle varianti che diversamente la connotano, in merito a temi, quali, ad esempio:

  • I luoghi della memoria
  • La memoria dei luoghi
  • I luoghi e i corpi
  • Paesaggi materiali e immateriali
  • Rovine e luoghi marginali e abbandonati
  • Urbanizzazione e modernità
  • Monumenti, strade, piazze nelle politiche della commemorazione
  • Immaginario nazionale e luoghi di conflitti
  • Il trauma e la spazialità
  • La memoria della Shoah e i luoghi
  • La memoria della Nakba e i luoghi
  • Eredità e trasmissione della memoria della guerra, dei totalitarismi e del colonialismo
  • Spazi postcoloniali e rinominazione
  • Spazio e memoria nella scrittura postcoloniale
  • Rappresentazioni della migrazione, della diaspora e dell’esilio
  • Le politiche della memoria e della post-memoria culturale
  • Poetiche crono-spaziali
  • Topografie del passato e iscrizioni spaziali
  • Landmarks
  • Heritage e turismo
  • Flâneur vs paesologo
  • Turismo della clemenza

Scadenze

Abstract (500 parole): 3 marzo 2023

Avviso di accettazione: 7 aprile 2023

Invio dell’articolo: 23 giugno 2023 a rivista.echo@uniba.it